poesia come sogno fatto all’ombra della ragione


venerdì 28 maggio 2010

Settima lezione 28/05/2010

Come annunciato la scorsa lezione, oggi si è parlato di comunicazione politica, ovvero di quel modello di comunicazione che interagisce con il giornalismo tradizionale e mira alla creazione del consenso. Quest'ultimo si configura come uno spartiacque tra la comunicazione di prodotto e la comunicazione istituzionale. In sostanza, la comunicazione politica è la ricerca del consenso, o meglio la ricerca di un risultato che è il consenso. Questo campo è una buona opportunità professionale, si possono effettuare analisi, sondaggi, monitoraggi, utilizzare l'interattività. La comunicazione politica mira a realizzare la soddisfazione del ricevente che delega all'emittente il compito di rappresentarlo, servendosi del mandato elettorale.
La comunicazione di prodotto è prevalentemente emozionale, mentre quella politica ha bisogno di molti intermediari perchè il suo unico scopo non è vendere un prodotto. Per fare una buona comunicazione politica si deve evitare lo slogan d'effetto, è necessario saper scrivere, parlare, essere costantemente informati e capacità di persuasione. Queste sono le caratteristiche di un leader, ma non tutti i leader hanno queste competenze.
In ogni caso i canoni di comunicazione sono uguali per qualsiasi partito politico, questo non vuol dire che i politici siano tutti uguali. Il tappeto iniziale è uguale per tutti, serve il cosiddetto fiuto politico, cioè una delle forme di interpretazione delle logiche del consenso.
Il mondo della politica si interseca con il mondo del giornalismo e entrambi sono convinti di controllare l'altro mondo.
Il prof Alfonso ci ha fatto una breve carrellata sul tipo di comunicazione di alcuni politici stranieri:
- Obama: ha vinto e non è una cosa banale! In comunicazione vincere è decisamente molto più importante che perdere, cosa che non è fondamentale se si parla di un prodotto. Obama è un discreto comunicatore, non parla benissimo ed è abbastanza ripetitivo nei modi di fare. Ha però tutt'attorno un sistema di comunicazione che prima di lui ha seguito Bush junior, Clinton, Bush senior. Se la comunicazione politica funziona bene, allora si otterranno i risultati, è sufficiente ricordare la sfida radiofonica tra Kennedy e Nixon (1962) che fece vincere a sorpresa Kennedy.
- Charles de Gaulle: è stato il più abile comunicatore europeo, fu bravissimo ad usare la televisione. Non a caso era un militare e le forze armate sono in grado di fare comunicazione alla perfezione.
Se poi si pensa al passato, basta ricordare la straordinaria capacità della Grecia classica di coinvolgere e gestire il potere nell'agorà.
Per essere eletti in politica, bisogna essere dei leader e per essere leader bisogna essere innovativi. Serve quindi un'organizzazione. Negli USA l'organizzazione è più complessa ma lineare: ci sono una serie di opportunità per sostenere il proprio candidato. In Italia non è così. C'è bisogno di persone che sappiano mobilitare altre persone, fare propaganda porta a porta, andare a guardare cosa fanno gli avversari, chiedere denaro. Tutte queste attività ineriscono alla comunicazione politica, dove al centro di tutto c'è la parola.
In questo contesto le nuove tecnologie giocano un ruolo fondamentale. Infatti Obama non è stato il primo a vincere grazie al web, ma è stato proprio Bush nel 2000 e 2004. Conta più l'organizzazione e non l'icona del leader. I famosi consulenti, spin-doctors, sono sempre quelli, sono quelli più bravi che sono rimasti anche quando il governo è cambiato.
Chi fa dunque quest'attività? Sono consiglieri, comunicatori, attivisti, analisti, tecnici, informatici/spie.
E cosa si deve fare per vincere in politica? Demolire l'avversario, studiandolo attentamente e servendosi di informazioni e magari conoscendo un po' la storia si possono trarre validi spunti. Inoltre bisogna sempre considerare il confine tra lecito e illecito, non si deve mai andare oltre la legge, se no si rischia l'effetto boomerang, soprattutto in un paese come gli USA perchè è un paese protestante e dà molta importanza all'etica.
Qualche esempio di informazione scomoda e forte:
- www.drudgereport.com
La home page sentenzia: "Hai tappato il buco, ciccio?" ("Did you plug the hole yet, daddy?") riferendosi al disastro ambientale in Louisiana. Questo fu il blog che tirò fuori per primo la notizia della liaison tra Clinton e la Lewinsky. Da allora è cambiato molto ma la filosofia è sempre la stessa: essere fuori dagli schemi ma sempre basandosi su prove sicure e certe.
- www.huffingtonpost.com
La signora Huffington si è sposata "bene" e ha usato queste relazioni per fare informazioni. Il livello dell'informazione è medio. Salta subito all'occhio un breve titolo: "Cosa conta? Che le guerre siano finanziate o che i lavoratori non lo siano?" La frase si riferisce alla notizia che il Senato ha approvato il finanziamento alla guerra in Afghanistan e Obama ha tolto i cobra dal progetto di legge. Questo sito è costruito su contributi originali, c'è una serie di blogger e comunicatori pagati a commento e con una certa visibilità e notorietà.
In questi siti, molto battaglieri, si mette in gioco la politica. Obama ha vinto perchè ha saputo gestire bene l'aspetto comunicativo: è stato affiancato da una squadra composta da ottimi giornalisti, comunicatori e informatici. Ha assunto l'ex manager di Google, assistito da ben 160 persone, solo per la comunicazione del Presidente. Poi ci sono i web watchers che, insieme ad altri esperti, sono riusciti a fotografare e capire la società attuale, portando nuover persone al voto, oltre a varie classi sociali e etnie diverse. Dopo l'elezione Obama è stato bravo a riproporre lo stesso coinvolgimento. L'Italia in confronto è un paese preistorico. Eppure le tecnologie oggi sono uguali per tutti. In Italia mancano però quelle figure professionali, così diffuse negli USA.
In Europa, Sarkozy ha drogato la sua comunicazione politica, incentrando tutta la comunicazione sul culto della sua figura/personaggio. Cameron prima di essere eletto ha detto che non si sarebbe mai alleato con nessuno, poi, una volta eletto, con la scusa di superare la situazione difficile ha cercato subito un appoggio. La Merkel invece ha deciso di non comunicare perchè c'è un profondo digital divide: l'ex Germania est è ancora molto indietro rispetto all'ex Germania ovest.
Passiamo alla situazione politica italiana.
Facciamo qualche premessa: la comunicazione politica è necessariamente vincente solo quando è coltivata; il consenso è difficile e impossibile da mantenere sempre alto. Ecco perchè Berlusconi ha adottato la prassi di citare costantemente i sondaggi che parlano del suo consenso. Perdere punti a livello di consenso è normale, è successo a tutti quelli che hanno avuto il potere, indipendentemente dai partiti.
Inoltre c'è una dipendenza storica della comunicazione alla politica, soprattutto perchè in Italia non esistono veri editori, solo azionatari (gruppo Repubblica-Espresso, RCS, gruppo Caltagirone), stessa cosa per la televisione (Telecom, famiglia Berlusconi, De Benedetti). Ma questa dipendenza non è solo una peculiarità italiana: in Francia Sarkozy ha già fatto licenziare, vantandosi, ben 15 giornalisti.
L'errore del centro-sinistra è stato, ed è, quello di insultare Berlusconi senza studiarlo, innescando così un meccanismo di processo continuo che crea il vittimismo, sapientemente diffuso con i mezzi di comunicazione di Berlusconi.
Perchè a livello tecnico la comunicazione politica del centro-destra è stata migliore di quella del centro-sinistra? Perchè è più emotiva, ha un mandato identitario, è positiva a priori, è stratificata ma soprattutto è codificabile. Se si utilizzano parole chiave, codici di linguaggio che sono sempre gli stessi, alla fine ci si convince che quella è una realtà che fa parte della propria vita. Ad esempio: la parola Italia è stata poi associata al nome del partito Forza Italia, stessa cosa per libertà --> Popolo delle libertà. Anche la Lega Nord utilizza questo meccanismo ed è per questo che vince: usa la parola federalismo, in realtà tutti i partiti sono federalisti, persino l'Italia è federalista, infatti ci sono le regioni. La Lega ha caricato quella parola di un messaggio chiaro ed è stata identificata con una bandiera politica.
Il messaggio deve essere posizionato durante tutto il giorno. Il linguaggio non deve essere semplice, deve essere CHIARO, emozionale.
Ad esempio, la manovra economica: Berlusconi non è in grado di affrontare i problemi, è un imprenditore, non vuole mettere la faccia per non prendere responsabilità. Dopo l'incontro con Confindustria, Berlusconi si è tolto la giacca del presidente operaio per mettere quella del politico.
Ecco perchè ultimamente, oltre al fenomeno del calo dell'affluenza del voto, la gente preferisce rifugiarsi nelle liste civiche o in forze politiche che hanno una certa crudezza in politica. Da una parte, infatti, c'è la comunicazione autoreferenziale e calata dall'alto del centro-sinistra, dall'altra la comunicazione suadente e vuole mettersi al fianco di tutti i tipi di persone del centro-destra. Poi, ovviamente e per fortuna, entrano in gioco le variabili: leggi, situazioni di crisi, eventi fortuiti, ...
In ogni caso in Italia mancano quelle figure professionali che sanno fare comunicazione per il leader:
- portavoce
Negli USA ci sono una dozzina di portavoce, estremamente preparati, sanno dove sono seduti i giornalisti e i loro nomi, è un espediente facile ma d'effetto. Il giornalista è il medium che porta la parola del leader al cittadino, quindi si deve portare rispetto.
I portavoce portano appunto in modo referenziale il messaggio del leader, di una realtà, di un ente; hanno la delega a rappresentare. Il portavoce è un elemento di filtro, permette di accennare e avvicinare la questione, per poi ritrattare se necessario. Capezzone è il portavoce del Pdl, non è bravissimo ma se la cava; Orlando (PD) è abbastanza assente perchè sovrastato dalle parole dei suoi colleghi; Udc e Idv hanno come portavoce i rispettivi segretari Casini e Di Pietro; la Lega Nord, causa impossibilità fisica del leader, si serve dei suoi maggiori rappresentanti che si limitano a ripetere sempre gli stessi messaggi.
- spin-doctor
Sono consiglieri strategici, indicano come muoversi nelle ore a seguire, analizzano studi, sondaggi, editoriali. Bisogna saper pensare come comunicano e pensano gli altri, si crea una sorta di trasposizione.
- staff di comunicazione
Composto da ex giornalisti, è l'ufficio stampa, sono coloro che mantengono i rapporti con i mezzi di comunicazione.
Questo è uno schema perfetto di mediazioni, con le nuove tecnologie tutto ciò può saltare. Con la rete infatti spariscono le mediazioni, il cittadino può sentirsi più vicino al politico. La mediazione però è gestione della comunicazione: con la rete questa gestione viene a mancare, con il rischio di produrre l'effetto opposto, ovvero insultare e distruggere il candidato. Per il politico, è più onesto dire subito che non usa sempre internet e che si limiterà a tenere informato il pubblico senza possibilità da parte di quest'ultimo di postare o commentare le notizie. Per fortuna sta nascendo una generazione di politici giovani di testa che sanno usare bene la rete e sfruttarne al massimo le potenzialità.

2 commenti:

  1. Bella l'immagine di Amelie che tira i sassi. Quel film mi ha cambiato la vita!

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  2. eheheh...grazie! anche a me ha cambiato la vita! :)

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