poesia come sogno fatto all’ombra della ragione


domenica 16 maggio 2010

Quinta lezione 14/05/2010

Il prof. Alfonso, arrivato fresco fresco dal Salone del Libro di Torino, ci fa una sintesi su questo evento così importante per noi studenti di giornalismo e cultura editoriale. Ciò che fa notizia oggi sono i supporti digitali dei libri, come l'e-book, una sorta di tavoletta in grado di contenere anche migliaia di libri, con un conseguente risparmio di tempo e spazio. A proposito dell'editoria libraria oggi non si parla solo della questione tecnologica, ma anche della problematica dei pagamenti. Internet deve essere gratuito, per definizione è gratuito, perchè è una rete, creata inizialmente per ragioni militari, poi messa a disposizione di tutti per ragioni di facilitazioni e comunicazioni. Con l'aumento dei costi e il calo del mercato, serve un ritorno economico che si ottiene facendo pagare le notizie. Inoltre tutto cambia molto rapidamente. Sarà sufficiente pensare allo smartphone (il telefono intelligente che ci permette di scaricare video, immagini, documenti) che sta per essere superato dall'i-pad: un misto di i-phone e computer con una connessione multimediale che cambierà il modo di essere connessi alla realtà. Infatti è dotato di una grande capacità di memoria, ottima fruibilità dei materiali multimediali, sarà come portarsi dietro pc, tv, biblioteche. Insomma una nuova possibilità di essere indipendenti e mobili. Forse l'unico inconveniente, oltre al costo (499 euro) e alle dimensioni, è il fatto che lo schermo si riempe in pochissimo tempo di antiestetiche ditate. Ed ecco che ritorna il problema dei costi, perchè una multinazionale come la Apple impone ai suoi clienti una quota fissa (0.70 o 1.39 euro) di downloading. Infatti anche la politica commerciale segue il costo delle applicazioni, dei servizi in modo da sostenere i bilanci.
Al tema della gratuità si collega anche un problema di etica professionale: la questione del modo di scrivere. Se il contributo editoriale non è pagato, allora l'autore sarà portato a utilizzare il suo consueto stile o invece si limiterà a dare la notizia, con uno stile asciutto e senza approfondimenti?
L'odierno dibattito è fortemente orientato verso la gratuità: lo spazio e il tempo sono gratuiti. I filosofi del web e i guru dell'editoria sostengono che sia utile e giusto non far pagare i contenuti. Risulta chiaro che da un punto di vista editoriale questa politica equivale a un suicidio. Forse è meglio dare gratuitamente la breaking news e far pagare il contributo intellettuale, dietro il quale c'è un lavoro e un costo. I primi  a sbagliare sono stati proprio gli editori che inizialmente sono stati presi e contagiati da un impeto di generosità, scatenando così una corsa alla gratuità dei servizi offerti che si è trasformata in una corsa al massacro. La soluzione risiede forse nell'evitare di riempire il web con giustapposizioni spesso non logiche e creare invece dei percorsi veramente fruibili dall'utente.
A questo punto il prof. ci chiede che cos'è Google. Il compito per la prossima settimana è proprio un approfondimento su Google, sulle critiche ricevute, sulla sua filosofia e sui servizi offerti. Google non è un motore di ricerca (come ho vagamente pensato io!) ma una multinazionale che produce servizi per internet e a tutti i livelli: servizi, browser, applicazioni. Google ha fatto credere ai suoi utenti di essere un motore di ricerca, ha cambiato la nostra vita, velocizzandola. Questa azienda fa pagare i suoi servizi, e anche molto! Ne è un esempio l'indicizzazione di una pagina che segue determinati algoritmi che permettono di condensare la stringa dell'url in modo da essere nelle prime posizioni di classifica. Si tratta di spazi infinitesimali ma fondamentali per l'accesso degli utenti e di conseguenza per il business e il consenso. La parte visibile di Google è gratuita, la parte di controllo e la piattaforma sono nascoste e non trasparenti. Spesso si aprono inserzioni pubblicitarie che l'utente non ha necessariamente richiesto, si dà una sorta di consenso automatico. Sono diverse le critiche e le accuse ricevute da Google perchè vari servizi riportano le notizie senza citare le fonti.
Strettamente legato al tema della gratuità è il problema del diritto d'autore. Se si copia una notizia e la si mette a disposizione di tutti senza dare un riconoscimento all'autore del servizio, si commette una violazione del copyright. Visto che la rete non ha confini, a livello giuridico è molto difficile individuare e accusare qualcuno della violazione. A questo va aggiunto il fatto che non esiste una legge veramente completa, attuale e affidabile per il diritto d'autore. Ne è un esempio il sito della Camera dei deputati dove nella sezione della rassegna stampa si possono leggere tutte le prime pagine dei quotidiani. Se un'istituzione come il Parlamento non rispetta le leggi, vuol dire che manca una direttiva seria, si tratta di un problema trasversale e fuori controllo.
Nei paesi della UE ci sono stati dei tentativi di legge, spesso falliti per incostituzionalità, come in Francia. Sarkozy si è fatto promotore di una legge che puniva chi scaricava illegalmente files, alla terza ammonizione la connessione veniva interrotta dall'autorità. La Corte Costituzionale francese ha dichiarato l'incostituzionalità di questa legge. 
Si passa poi da un estremo all'altro, come in Italia con il progetto di legge che voleva far registrare i blog come testate giornalistiche. Servono delle regole per tutelare internet, se no si rischia di ottenere una sorta di discount dove non c'è selezione e manca la qualità e una certa offerta.
Connesso al tema del copyright e del copyleft (ovvero la gratuità di tutti i documenti) è il diritto alla privacy (questa tematica dovrà essere oggetto di approfondimenti insieme a Google). La legge sulla privacy cambia da paese a paese anche se c'è un protocollo comune gestito dal garante europeo. Sul web un esempio di lesione della privacy è far sparire (si può recuperare) qualche documento, si può quindi colpire qualcuno/qualcosa e togliere subito la mano. C'è un problema di tracciabilità e di difficoltà a ricondurre agli autori. Famoso è il caso del video pubblicato su Youtube dove dei ragazzi picchiano un coetaneo disabile. Il video è stato subito rimosso, in ogni caso è stato visto da molte persone. La colpa è quindi di Google che non ha controllato. Il giudice infatti ha condannato Google, perchè dal momento che un'azienda si fa carico di mettere tutto sul web, allora di conseguenza deve anche controllare tutto. Bisogna stare molto attenti e la stessa cosa vale per i social network.
La prossima volta si parlerà del web e di tutto ciò che non è giornalismo online, ovvero di COMUNICAZIONE. Riguardo al giornalismo online non si è trattato il tema delle IPTV, delle tv di broadcasting, di produzione di video all'interno del web. Non sono delle web tv ma dei veri e propri palinsesti e saranno il futuro del giornalismo. Si chiude quindi l'argomento del giornalismo online ricordando l'importanza della struttura ad albero di navigazione, cioè in profondità, bisogna andare oltre alla home page, più i livelli di navigazione sono approfonditi e documentabili, più ci sarà la permanenza sul sito dell'utente.

3 commenti:

  1. Grazie Anna per la tua esposizione puntuale e completa (a cui attingerò a piene mani perché venerdì non c'ero :p)

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  2. GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!
    non sono venuta e speravo davvero in un resoconto un po' dettagliato!!!!!!
    ancora grazie!
    idem come alesubs...credo che copierò tutto!!!
    ;)

    giulia
    http://planetexpress.splinder.com

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