poesia come sogno fatto all’ombra della ragione


sabato 24 aprile 2010

"Abbiamo combattutto assieme per riconquistare la libertà di tutti: per chi c'era, per chi non c'era e anche per chi era contro..."

A scuola hanno tolto le finestre
A questa scuola hanno tolto le finestre
e due volte muri hanno messo, perché resti
tutto dentro l’odore fosco dei corridoi, e non le piazze,
non ci arrivino le piazze, con le famiglie vivaci dei cortei.
T’hanno mai spiegato cosa sono gli operai
o gli africani cottimisti? Perché cadano
dai ponteggi come chiodi arrugginiti, come
grandine pesante sulle auto posteggiate?
Che nessuno parli, non s’azzardi voce alcuna
tra gli anziani a raccontare del Ventennio
con i suoi esiliati, o dei meridionali del Dopoguerra,
calciati in culo come si fa con i randagi.
Non era Italia da sapere, sudavano, bestie,
nei vagoni della Milano-Bari. E da quel sudore
non si può scappare, come non si scappa
dalla Costituzione. Gridalo ai passanti
mentre aspetti il barrato delle due
e pensa al suono del martello, pensa
al tonfo sordo della pioggia sulle lamiere,
l’algebra a fine mese dei professori,
fatica con le parole, non le guardare,
perché esse hanno odore e sanno la vergogna,
sanno il senso dell’onore che ora è vinto, meschino,
con i pugni stretti al petto e il viso storto.
Oggi è giorno di lezione, leggiamo ad alta voce
i nomi delle strade alla finestra: via De Gasperi,
via Pertini, viale Martiri della Resistenza.

Francesco Accattoli

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